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La storia dei castelli di
Giulietta e Romeo
Giuliettanasce a Montorso Vicentino (a
7 Km da Montecchio Maggiore) dalla penna
di Luigi da Porto, nobiluomo e cavaliere
vicentino: ferito nel corso della guerra
della Lega di Cambrai, da Porto si
trasferisce nella villa di famiglia a
Montorso* per dedicarsi alle sue attività
preferite: la poesia e la scrittura.
Qui, in questo luogo che lo scrittore
definiva «dolce et ameno», prendono il
via le vicende della giovane Capuleti:
solo numerosi rimaneggiamenti letterari
successivi permetteranno a William
Shakespeare di scrivere il suo
capolavoro.
*Montorso,
un tempo denominato Montursium, deve il
suo nome all’unione fra “monte” e
“Orso”, il nome della famiglia
edificatrice di un antico castello,
ormai scomparso, eretto sul colle della
Fratta.
Dipinto
di Massignan Luciano (Altavilla)
Per dar
piena voce agli intrecci amorosi a
Montecchio Maggiore, dove i castelli
delle due casate rivali fanno da sfondo
al paesaggio di Montorso. Il Comune con
il più alto tasso di imprese in Europa
ha in sé il vantaggio di aver
preservato atmosfera e magia in un luogo
con il suo tempo e la sua storia.
Nella strada che dalla frazione di San
Pietro di Montecchio si inerpica verso
il monte in cui sono situati i due
castelli, si nota, trattenendo il
respiro, la loro emblematica struttura:
vicini, vicinissimi, eppure
irrimediabilmente separati da un
vallone, per l’eternità.
I
castelli furono restaurati negli anni
trenta del secolo scorso: quello dei
Montecchi è piuttosto fedele nelle
forme all’originale, mentre quello dei
Capuleti lo è soprattutto nel perimetro
esterno e nella torre. All’interno di
quest’ultimo è possibile ammirare gli
affreschi del veronese Pino Casarini che
in quattordici scene ripropone il
celebre dramma dei due amanti.
QUI
NEL VIDEO SI VEDONO I CASTELLI
"SOPRA LE NUVOLE"...
LA FAIDALA
FAIDA
Molti
FILM sono stati tratti dal capolavoro di
storia drammatica di William
Shakespeare
Film: Giulietta
e Romeo
Romeo
Montecchi
e Giulietta Capuleti si
amano pur appartenendo a due
famiglie che si odiano da sempre.
Non sapendo in che modo coronare
il loro sogno d'amore i due
innamorati si sposano in segreto.
Quando i Capuleti vogliono
dare marito a Giulietta scoppia
inevitabilmente la tragedia. Per
risolvere quella situazione un
frate consiglia a Giulietta di
bere una pozione; le darà la
morte apparente, la seppelliranno.
Romeo verrà all'ora del risveglio
e i due sposi potranno andarsene
lontani, a godersi in Pace una
vita più tranquilla. Giulietta
obbedisce, ma Romeo è lontano
(una delle tante risse lo ha fatto
esiliare da Verona) e il
messaggero che dovrebbe avvertirlo
dello stratagemma non riesce a
parlargli. Il giovane, così,
crede che Giulietta sia morta per
davvero, corre alla sua tomba e si
uccide. Quando Giulietta si
risveglia vede Romeo già cadavere
e, disperata, si uccide anche lei.
Consultate
QUI
(www.cinemedioevo.net)
l'elenco completo di tutti i film
su Giulietta e Romeo.
Alcuni
titoli di film
Giulietta e Romanoff,,
Giulietta e Romeo
1908,
Giulietta e Romeo, 1936 -
Giulietta e Romeo, 1954 -
Giulietta e Romeo, 1964 -
Giulietta e Romeo sulla neve
-
Juliet & Romeo
Julieta y Romeo Romeo
and Juliet, 1900 - Romeo
and Juliet, 1908
Romeo
and Juliet, 1908 (II) Romeo
and Juliet, 1911 - Romeo
and Juliet, 1916 - Romeo
and Juliet, 1916 (II)
-
Romeo
and Juliet, 1924
- Romeo
and Juliet, 1947 - Romeo
and Juliet, 1955 - Romeo
and Juliet, 1965 - Romeo
and Juliet, 1966 - Romeo
and Juliet, 1967 - Romeo
and Juliet, 1976 - Romeo
and Juliet, 1978
Romeo & Juliet, 1994 Romeo
e Giulietta, 1912 Romeo
e Giulietta, 1968
Romeo e Giulietta, 1992
Romeo + Giulietta - Romeo
und Julia Romeo
y Julieta , 1943 Romeo
y Julieta, 1953 Romie-0
and Julie-8 Shuhaddaa
el Gharam Tromeo
& Jiuliet - L'ultima
danza di Romeo e Giulietta
Consultate
QUI
(www.cinemedioevo.net)
l'elenco completo di tutti i film
su Giulietta e Romeo.
Scena
II
Romeo si fa avanti.
ROMEO
Ride delle cicatrici chi non
è mai stato ferito.
(In alto appare Giulietta.)
Ma, piano, quale luce erompe
da quella finestra?
E l'oriente, e Giulietta è
il sole! Oh, sorgi bel sole,
e uccidi la luna invidiosa
che è già malata e pallida
di rabbia,
perché tu, sua ancella, di
lei sei tanto più bella.
Non servirla più,
quell'invidiosa: la sua
vestale
porta il malsano costume
verde indossato solo dai
buffoni.
Gettalo via! Oh, se sapesse
che è la mia donna,
il mio amore! Oh se lo
sapesse!
Ella parla, pur senza dire
parola. Com'è mai
possibile?
Sono i suoi occhi a parlare,
e io risponderò loro.
Sono troppo ardito. Non è a
me che parla.
Due tra le stelle più
luminose del cielo, dovendo
assentarsi,
supplicano i suoi occhi di
voler brillare
al loro posto sin che
abbiano fatto ritorno.
E se i suoi occhi fossero in
quelle sfere,
e le stelle sul suo volto?
Le sue guance luminose
farebbero allora vergognare
quelle stelle,
come il giorno fa
impallidire la luce di una
torcia.
E i suoi occhi, in cielo,
scorrerebbero nella regione
dell'aria
con un tale splendore che
gli uccelli,
credendo finita la notte,
riprenderebbero a cantare.
Guarda come appoggia la
guancia alla sua mano:
potessi essere io il guanto
di quella mano,
e poter così toccare quella
guancia!
GIULLETTA
Ahimè!
ROMEO
Ma parla...
Oh, dì ancora qualcosa,
angelo splendente,
così glorioso in questa
notte, lassù, sopra la mia
testa,
come un messaggero alato del
cielo quando abbaglia
gli occhi stupiti dei
mortali, che si piegano
all'indietro
per guardarlo varcare le
nubi che si gonfiano pigre,
e alzare le vele nel grembo
dell'aria.
GIULIETTA
Oh Romeo, Romeo, perché sei
tu Romeo?
Rinnega tuo padre e rifiuta
il tuo nome,
oppure, se non vuoi, giura
che sei mio e smetterò io
d'essere una Capuleti.
ROMEO
Devo ascoltare ancora, o
rispondere subito?
GIULIETTA
E solo il tuo nome che m'è
nemico, e tu sei te stesso
anche senza chiamarti
Montecchi. Cos'è Montecchi?
Non è una mano, un piede,
un braccio, un volto,
o qualunque parte di un
uomo. Prendi un altro nome!
Cos'è un nome? Ciò che
chiamiamo rosa,
con qualsiasi altro nome
avrebbe lo stesso profumo,
così Romeo, se non si
chiamasse più Romeo,
conserverebbe quella cara
perfezione che possiede
anche senza quel nome.
Romeo, getta via il tuo
nome,
e al suo posto, che non è
parte di te, prendi tutta me
stessa.
ROMEO
Ti prendo in parola.
Chiamami amore e sarà il
mio nuovo battesimo:
ecco, non mi chiamo più
Romeo.
GIULIETTA
Chi sei tu che così avvolto
nella notte
inciampi nei miei pensieri?
ROMEO
Con un nome non so dirti chi
sono:
il mio nome, sacra creatura,
mi è odioso
in quanto tuo nemico.
L'avessi qui scritto,
strapperei la parola.
GIULIETTA
Ancora le mie orecchie non
hanno bevuto
cento parole della tua voce,
e già ne riconoscono il
suono.
Non sei tu Romeo, un
Montecchi?
ROMEO
Né Romeo né Montecchi,
amor mio, se ti dispiacciono.
GIULIETTA
Dimmi come sei arrivato qui,
e perché?
I muri del giardino sono
alti, difficili da scalare,
e questo posto, col nome che
porti,
significa morte per te, se
mai ti trovassero.
ROMEO
Sulle ali leggere dell'amore
ho superato queste mura:
non ci sono limiti di pietra
che possano impedire il
passo all'amore,
e ciò che l'amore può
fare, l'amore ossa tentarlo.
Ecco perché i tuoi parenti
non mi possono fermare.
GIULIETTA
Se ti vedono ti uccideranno.
ROMEO
Ahimè, c'è più pericolo
nei tuoi occhi
che in venti delle loro
spade. Guardami con dolcezza
e sarò corazzato contro il
loro odio.
GIULIETTA
Per tutto il mondo, non
vorrei ti vedessero qui.
ROMEO
Ho il mantello della notte
per nascondermi ai loro
occhi,
ma se tu non mi ami, lascia
pure che mi trovino qui.
Preferirei che la mia vita
finisse per il loro odio
che prorogare la morte senza
il tuo amore.
GIULIETTA
Come hai fatto a scoprire
questo luogo?
ROMEO
E stato l'amore che per
primo mi ha spinto a
cercarlo.
Lui mi ha prestato
consiglio, io gli ho
prestato i miei occhi.
Non sono certo un pilota di
nave, ma se tu fossi lontana
da me
quanto quella vasta spiaggia
bagnata dal mare più
lontano,
io mi ci avventurerei per
una merce così preziosa.
GIULIETTA
Sai che la maschera della
notte è sul mio viso,
altrimenti un rossore
verginale tingerebbe le mie
guance
per ciò che m'hai sentito
dire stanotte.
Davvero, vorrei rispettare
le forme, davvero, davvero
cancellare
ciò che mi è uscito di
bocca, ma ormai, addio
cerimonie!
Mi ami davvero? So che mi
dirai di sì
e che io ti crederò.
Romeo
e Giulietta
Quanta
tenerezza e freschezza è
trattato il dramma
dell’amore represso e
infelice che riesce a
trovare come unico sbocco
finale solo la morte, la
poetica storia d’amore tra
due giovani che l’odio
delle famiglie non può
distruggere!
IL
LIBRO
(Commento)
Verona
è
sconvolta
dall’odio
fra
i
Montecchi
e
i
Capuleti.
Ad
un
ballo
in
casa
Capuleti,
Romeo
Montecchi,
che
vi
partecipa
travestito,
s’innamora
appassionatamente
di
Giulietta
Capuleti
e,
alla
fine
del
ballo,
nascosto
sotto
il
balcone
della
giovane,
la
ascolta
mentre
costei,
convinta
di
essere
sola,
confessa
alla
notte
il
suo
amore
per
lui.
A
questo
punto
Romeo
si
fa
avanti
ed
i
due
giovani
si
scambiano
parole
d’amore
e
promesse
di
fedeltà,
poi
si
separano
con
l’impegno
di
far
trionfare
il
loro
amore. Sei
il
caro
amore
del
cuor
mio…
(Romeo) Questo
bocciuol
d’amore,
come
s’aprirà
all’alito
fecondo
dell’estate,
al
nostro
prossimo
incontro
potrà
dimostrarsi
invero
un
bel
fiore…
(Giulietta)
L’indomani,
con
la
complicità
della
balia
di
Giulietta,
i
due
innamorati
vengono
segretamente
uniti
in
matrimonio
da
frate
Lorenzo.
Poco
dopo
Romeo
è
provocato
da
Tebaldo,
cugino
di
Giulietta;
interviene
Mercuzio,
grande
amico
di
Romeo,
e
Tebaldo
l’uccide.
Romeo,
per
vendicare
l’amico,
uccide
Tebaldo.
I
due
sposi
riescono
a
trascorrere
insieme
un’unica
notte
d’amore,
ma
all’alba,
ridestati
dal
canto
dell’allodola,
l’araldo
del
mattino,
che
tanto
gli
innamorati
vorrebbe
fosse
quello
dell’usignolo,
ambasciatore
della
notte,
sono
costretti
a
separarsi
perché
Romeo
deve
fuggire
a
Mantova. E
quindi,
o
finestra,
lascia
entrare
la
luce,
e
lascia
uscire
la
vita.
(Giulietta)
Intanto
i
genitori
di
Giulietta
hanno
deciso
di
darla
in
moglie
al
conte
Paride,
e
la
fanciulla,
disperata,
corre
a
chiedere
aiuto
a
frate
Lorenzo
che,
commosso
dalle
sue
lacrime,
decide
di
ricorrere
ad
uno
stratagemma:
consegna
a
Giulietta
un
potente
sonnifero
che
le
procurerà
una
morte
apparente
e
manda
a
Romeo
una
lettera
per
spiegargli
tutta
la
situazione.
La
lettera
non
giunge
a
destinazione
e
il
giovane,
appresa
la
notizia
della
morte
di
Giulietta,
corre
a
Verona
e
si
procura
un
potente
veleno;
giunto
presso
la
tomba
della
sua
sposa,
incontra
Paride
e,
provocato,
lo
uccide
in
duello,
poi
beve
il
veleno
e
muore
all’istante
accanto
alla
sua
Giulietta. …occhi
miei,
guardate
per
l’ultima
volta!braccia,
serratevi
nell’ultimo
abbraccio!e
voi,
o
labbra,
che
siete
la
porta
del
respiro,
sigillate
con
un
legittimo
bacio
il
contratto
senza
termine
con
la
Morte
divoratrice!
(Romeo)
Quando
Giulietta
si
sveglia,
e
vede
Romeo
morto,
disperata
si
trafigge
col
suo
pugnale.
Ah,
benedetto
pugnale!
Questa
è
la
tua
guaina.
Qui
arrugginisci,
e
lasciami
morire!(Giulietta)
Accorre
frate
Lorenzo
e,
richiamati
dalle
notizie
che
si
sono
divulgate
in
città,
accorrono
anche
il
principe,
i
Montecchi
e
i
Capuleti,
ai
quali
il
frate
rivela
la
verità.
Il
principe
biasima
l’inimicizia
fra
le
due
famiglie
e,
sulla
tomba
dei
due
giovani
innamorati,
Montecchi
e
Capuleti
finalmente
si
riconciliano.
L’ultima
battuta
del
dramma
appartiene
al
principe
che
così
ammonisce: D’una
tetra
pace
è
foriero
il
mattino,
e
il
sole,
per
l’afflizione,
non
vorrà
mostrare
il
suo
volto.
Andate
pure,
e
dibattete
ancor
fra
voi
le
ragioni
di
questi
tristi
casi.
Taluni
saranno
perdonati,
puniti
altri.
Giacché
non
vi
fu
mai
alcuna
storia
più
dolorosa
che
questa
di
Giulietta
e
del
suo
Romeo.
Di
Romeo
e
Giulietta
celebri
sono
le
struggenti
scene
d’amore
fra
i
due
giovani
protagonisti
(Giulietta
ha
solo
14
anni),
che
rifiutano
la
logica
spietata
degli
adulti
e
i
cui
ideali
di
amore,
amicizia
e
pace,
sono
destinati
ad
una
fine
tragica.
La
tragedia
propone
momenti
di
eccezionale
poeticità,
come
la
scena
del
primo
e
dell’ultimo
incontro
fra
Giulietta
e
Romeo;
i
due
giovani
innamorati
fanno
appena
in
tempo
a
scoprire
l’amore
che
vengono
travolti
da
una
serie
di
eventi
fatali
e
condotti
a
morire
prematuramente
da
un
destino
spietato.
Il
carattere
tragico
del
dramma
non
deriva
tuttavia
dalla
morte
dei
due
sposi,
non
dallo
scontro
di
un
amore
sincero
e
totale
con
la
realtà,
bensì
dagli
effetti
del
caso
e
del
destino,
(Un
potere
troppo
grande
perché
si
possa
pensare
di
avversarlo
ha
sbaragliato
i
nostri
disegni…).
Naturalmente
Shakespeare
sottolinea
l’inutilità
dell’odio
tra
le
famiglie
e
delle
convenzioni
sociali
che
determinano
la
tragedia
finale,
con
il
suicidio
dei
giovani,
ma
questo
epilogo
drammatico
è
soprattutto
opera
dell’imprevedibilità
della
vita;
l’amore
resta
grande,
immenso,
privo
di
dolore
e
disillusione,
sono
i
capricci
del
caso
che,
in
vita,
separano
i
due
giovani.
Nei
dialoghi
viene
espressa
tutta
la
dolcezza
dell’amore
giovanile,
sospiroso,
dolce,
incorrotto,
ma
pure
appassionato.
L’intensità
con
cui
sboccia
il
sentimento
fra
i
due
adolescenti,
la
rapidità
con
cui
esplode,
sono
elementi
tipici
dell’entusiasmo,
della
spontaneità
e
dello
slancio
dei
primi
amori,
quelli
giovanili,
privi
di
falsi
pudori,
immediati
e
sinceri.
In
questo
caso,
però,
l’amore
non
è
destinato
a
vivere
ma
a
morire,
poiché
si
scontra
con
il
destino,
e
anche
con
la
concezione
dell’amore
che
hanno
gli
altri
personaggi:
per
il
padre
di
Giulietta
è
alleanza
tra
famiglie
patrizie,
per
Paride
è
un
problema
di
decoro
e
onore,
per
la
balia
soddisfacimento
dei
sensi.
Dall’urto
fra
queste
contrastanti
concezioni
deriverà
il
drammatico
epilogo.
Tra
Giulietta
e
Romeo
il
linguaggio
è
prevalentemente
lirico,
i
sentimenti
sono
declamati,
come
se
recitassero
sonetti
d’amore,
e
le
loro
espressioni
sembrano
rifarsi
ad
alcuni
generi
letterari
come
gli
epitalami,
le
poesie
nuziali,
e
le
albate,
i
canti
d’amore
cantati
all’alba.
Infatti
prima
dell’incontro
con
lo
sposo,
in
un
monologo,
Giulietta
esprime
la
sua
passione
in
un
vero
e
proprio
inno
al
matrimonio
e
quando,
in
un
momento
successivo,
i
due
giovani
sono
costretti
a
separarsi
perché
l’alba
spunta
e
conclude
spietatamente
la
loro
notte
d’amore,
e
dunque
l'oscurità
non
può
più
nasconderli,
i
loro
sentimenti
sono
dichiarati
secondo
lo
stile
delle
canzoni
dell’alba.
Nell’ultimo
incontro,
poi,
la
scena
è
resa
più
drammatica
non
solo
dal
dolore
della
separazione,
ma
anche
dalla
contrapposizione
tra
notte
e
giorno,
segnata
dall’apparire
dell’alba,
che
annuncia
tragicamente
la
transizione
dalla
notte,
che
ha
protetto
i
due
innamorati,
al
giorno,
che
porterà
per
sempre
via
Romeo.
L’alba
così
magica,
ispiratrice
di
tante
liriche,
viene
qui
vissuta
con
dolore
e
tristezza,
è
apportatrice
di
dolore,
fonte
di
lacerazione,
perché
con
la
sua
luce
sorprende
i
due
sposi
all’improvviso,
causando
il
distacco.
E
sono
capovolti
anche
gli
abituali
rapporti
tra
notte
e
giorno,
buio
e
luce,
vita
e
morte,
perché
Giulietta
e
Romeo
odiano
il
giorno
,apportatore
di
sventure,
ed
amano
la
notte
che
li
protegge
e
li
ripara,
e
dunque
il
giorno
è
morte,
e
la
notte
è
vita. Sì,
è;
è
giorno.
Fuggi,
presto…Luce,
sempre
più
luce
intorno.”
(Giulietta).
“
Debbo
partire
e
vivere,
o
restare
e
morire”…”Luce,
sempre
più
luce,
intorno;
buio,
sempre
più
buio,
nella
nostra
angoscia.
(Romeo)
Il
capovolgimento
dei
termini
prosegue
fino
alla
conclusione
del
dramma,
con
la
battuta
finale
del
principe
che
rileva
come
il
mattino
sia
foriero
di
pace,
seppur
tetra,
mentre
tradizionalmente
è
la
notte
ad
apportare
serenità
e
consolazione
alle
inquietudini
dell’animo
umano.
Alla
bellezza
della
drammatica
storia
d’amore
si
affianca
nella
tragedia
anche
l’originalità
della
caratterizzazione
di
due
personaggi
in
particolare:
Mercuzio,
per
il
linguaggio
sboccato
e
beffardo,
per
l’energia
e
la
voglia
di
vivere,
e
la
nutrice,
per
il
buon
senso
popolaresco,
per
la
concretezza
ed
il
legame
con
la
realtà,
che
oppone
ai
personaggi
più
giovani,
che
la
rendono
comica.
Infine
sarà
il
tema
della
verità,
in
continuo
bilico
fra
illusione
e
concretezza,
a
provocare
la
tragedia
dei
due
giovani
sognatori,
incapaci
di
distinguerne
il
confine. Romeo
e
Giulietta
si
pone
dunque
come
dramma
dell’amore
represso
e
infelice,
dramma
della
giovinezza
ed
anche
del
sogno
con
cui
si
tenta
un’impossibile
evasione
dalla
realtà.